
COMPARATICO … WHAT ?
Quando si parla di Comparatico, molto probabilmente, dalla città di Napoli in giù ne avranno sentito parlare mentre nella direzione opposta sarà un termine completamente nuovo; forse, dovrai ripeterlo più volte, fare lo spelling e, avendo fallito nelle operazioni precedenti, riscrivere il termine su un pezzo di carta per farti capire.
(Secondo la definizione Treccani ) COMPARATICO : Nel folklore delle varie regioni italiane, il comparatico, volgarmente "Sangiovanni", è differentemente denominato a seconda del rito che gli ha dato origine. Obblighi speciali incombono alle diverse categorie di compari. Quello di nozze deve condurre all'altare la sposa, infilarle l'anello nel dito, accompagnarla alla casa coniugale, regalarle qualche oggetto di valore. Quello di battesimo deve tenere il figlioccio al fonte, recitare il Credo con chiarezza e precisione, per evitare che la creatura cresca balbuziente o abbia vita breve, fargli il dono prescritto dall'uso. Qualora il figlioccio rimanga privo dei genitori, il compare, in qualche luogo, ha l'obbligo di allevarlo in casa (perché el vien a esser pare del putelo, come dice il Bernoni); e se venga a morire, egli è tenuto a contribuire alle spese funerarie. La comare del sale non va al sacro fonte, ma rimane nell'abitazione, presso la puerpera. Il compare di cresima accompagna il figlioccio in chiesa, legandogli un nastro colorato al braccio e facendogli qualche regalo. Né sono queste soltanto le maniere di contrarre la parentela spirituale, fra il popolo. Compare si diventa tagliando per la prima volta le unghie o i capelli nel primo o nel quinto mese d'età ad un bambino, o perforando il lobo auricolare nel settimo mese d'età a una bambina; come pure si diventa compare se, per sottrarsi ad un imminente pericolo, s'invochi l'aiuto di qualche persona o la pietà dello stesso aggressore dicendo: Sangiovanni! Le giovanette calabresi si fanno comari nel giorno di S. Giovanni Battista (24 giugno) scambiandosi un bamboccio (zitiellu) che spesso è un grosso mazzo di fiori o di erbe aromatiche, fra cui indispensabile il puleggio, portante al posto della bocca un garofano rosso e al posto degli occhi due garofani bianchi, ben fasciato e coperto di cuffia. Il bamboccio si porta in chiesa perché sia benedetto e poi alla processione, dietro al Santo; quindi le comarelle mangiano una foglia di puleggio, che estraggono dal mazzo. Alcune di queste cerimonie sono in sostanza forme di quella speciale istituzione, che è l'affratellamento (v.).


San Giovanni, si scherza poco
Molte volte i Santi sono invocati dai devoti per essere illuminati su questa o quella faccenda, per ottenere un responso, per trovare un oggetto smarrito o per individuare chi ha lasciato una calunnia. L’invocazione è spesso accompagnata da strane pratiche, che sopraffanno ogni spirito religioso, e danno segno di banale credulità.
Il Santo più temuto è San Giovanni, che presiede al Comparatico, appunto.
Guai a violare i doveri che esso impone! Se uno non li mantiene scrupolosamente, gli arreca palese offesa, e ne sarà punito. Sono curiosi i vincoli con cui i fanciulli si legano in compari zio. Uno dei modi consiste nello trapparsi un capello per ciascuno, nell’avvolgerlo e buttarlo al vento, un altro sta nell’intrecciare i diti mignoli della destra, accompagnando il gesto con una cantilena che invoca il Santo, e chiede la sua protezione.
Il 24 Giugno non si deve lavorare per non offenderlo e sperimentare delle disgrazie, fulmini e grandine. Alcuni scalpellini di Molfetta ( città a 20 kilometri da Bari , circa ) che non vollero ubbidire al precetto, rimasero schiacciati sotto una grossa pietra che trasportavano in un cantiere. Dei contadini del Tavoliere per non avere voluto smettere di lavorare, videro andare in fiamme i mucchi di manipoli di grano accumulati nelle aie.
Comparatico in Sicilia: San Giovanni Battista


Il più forte fra i vari comparatici è quello di San Giovanni, in cui si affida la propria amicizia al Santo. Perché si decida di diventare compari o commari presupposto essenziale è uno stretto legame d’amicizia e una profonda fiducia. A Barrafranca, in provincia di Enna, San Giovanni Battista si celebrava tradizionalmente con pratiche diverse dalle classiche processioni. La tradizione barrere, infatti, è quella del comparatico. Si affida la propria amicizia al Santo (da qui deriva il carattere sacro del vincolo che assumono i due compari), stringendo un vincolo che rimane valido fino alla morte. Questa tradizione è conosciuta come “u cumpari e sangiuvanni“. Coloro che vogliono diventare compari si mettevano uno di fronte all’altro e ripetevano una particolare formula.
Le regole del Comparatico in Sicilia: ecco cosa bisogna fare per essere veri Cumpari
- Cumpà e Cummà: compare e comare. Dietro questi due termini c’è un intero mondo, fatto di tradizioni siciliane che, ancora oggi, si tramandano.
- Essere compari non è cosa da poco: è un legame che si avvicina a quello tra fratelli.
- Questo strettissimo rapporto ha un valore che potremmo definire “sacro“: forse non tutti lo sanno, è connesso alla figura di San Giovanni.
Uniti come fratelli, anzi, come compari. Quella del Comparatico in Sicilia è una tradizione antica, che continua a mantenersi viva in diverse località. Difficile spiegare cosa rappresenti questo legame. Diverso da un legame di sangue, è basato su una fiducia reciproca e viene sancito da alcuni rituali che legano per sempre i due “contraenti”. Entrambi si impegnano a sostenere ed aiutare l’altro in caso di necessità e, in generale, a camminare accanto lungo il percorso della vita. Il valore quasi sacro del comparatico e del commaratico appare evidente quando si approfondiscono le tradizioni di questo legame, che lo collegano alla figura di San Giovanni.
- Facendo da testimoni alle nozze (cumpari o cummari d’aneddu = di anello).
- Tenendo a battesimo un figlio dell’amico/a.
- Stringendo comparatico o commaratico nella notte del 24 giugno. I modi per stringere questo tipo di comparatico sono vari: sulle Madonie è uso scambiarsi un garofano rosso e mangiare insieme dopo aver recitato alcune formule per il comparatico; nel messinese la cerimonia avviene attraverso lo scambio di un confetto; in altri posti è uso bere un sorso d’acqua salata o intrecciare i capelli dei compari.
I primi due modi sono misti, ossia un uomo può divenire compare di una donna e viceversa, mentre il terzo viene solitamente usato per il comparatico di due soggetti dello stesso sesso.
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