L’IMPORTANZA DEL PARALLASSE SECONDARIO NEI QUADRI PER IL TURISMO

Per quanto affascinati dalla facile correlazione tra la paternità topografica di Leonardo e la somiglianza di alcuni borghi toscani ancora oggi : la risposta è no. Il paese che si staglia dietro la chioma corvino ed il sorriso beffardo della Monna Lisa non è toscano, bensì parliamo di Bobbio un piccolo comune in provincia di Piacenza lambito dal fiume Trebbia incastrato tra gli Appennini. Bobbio per quanto rotondo nella sua pronuncia non ci dice , in realtà , molto ; eppure, è il paese dell’abbazia di San Colombano , fulcro dell’ordine benedettino per tutto il Medioevo e sede, insieme a Piacenza, di una importante diocesi .

Questa conclusione è stata portata avanti dalla ricercatrice Carla Glori che ha iniziato , già dal 2010 , ad elaborare ipotesi e correlare dati certi . Un esempio tra tutti il riconoscimento del famoso Ponte del Gobbo , alle spalle della art star più famosa del mondo . Quel ponte ha caratteristiche precipue perchè non in piano e costruit sulla unità di undicei arcate del tutto uniche . Identificato con il famoso Ponte del Diavolo, creato da Satanasso in persona per spaventare i monaci della’Abbazia ed evitare che lo attraversassero, portando nel mondo messagi di amore e di bene universale .  Nella ipotesi è stato anche ricostruito il fiume Trebbia e le cime delle alture che si intravedono del tutto sovrapponibili a quelle della val Tidone , specialmente quella di Pietra Parcellara alta 836 metri.

Gli studi si sono spinti nel cercare di inserire Leonardo in quei territori per completezza di studi, ma anche per dare cera e propria incipit alle ipotesi iniziali. Si è scoperto, ad esempio, che Nella sua vigna di Milano Leonardo coltivava la malvasia di candia aromatica : una produzione tipica della Val Tidone: lo ha rivelato nel 2015 una comparazione del dna fatta dall’Università di Agraria di Milano. Cultivar difficilmente arrivata nei suoi poderi da altri viaggi o zone .

In questi giorni si parla anche di ritrovamenti di icnofossili ; ritrovamenti tipici della zona di Bobbio. Scoperta confermata da un gruppo di scienziati guidati da Andrea Baucon dell’Università di Genova e Gerolamo Lo Russo del Museo di Storia Naturale di Piacenza : «Gli studi condotti sugli icnofossili (tracce fossili di impronte di antichi esseri viventi) di cui ha dato notizia l’ANSA il mese scorso, hanno provato che le medesime forme nella pietra sono state studiate e riprodotte da Leonardo nel Codice Leicester. Dai paleontologi mi è giunta conferma che gli icnofossili tipici di Pierfrancesco si trovano in Bobbio, raggiungibile facilmente da Leonardo a schiena d’asino».

Ora, fermiamoci a riflettere un attimo. Avete notato quante informazioni e non solo geografiche sono scaturite da un singolo quadro ? Dati che parlano di territori e produzioni tipiche di quei luoghi; potenzialmente leve turistiche per chi potrà sfruttarle in uno o più pacchetti integrati.

Leonardo da Vinci ci ha dato un’altra innovazione : il Parallasse secondario, ovvero , il paesaggio e le immagini in genere che sono percepibili in secondo piano rispetto al soggetto principale . Olte ad una miriade di quadri , possiamo ritrovare questa tecnica anche nei semplici selfie . SI, proprio loro. Ricordiamoci il post di Instagram di Chiara Ferragni agli Uffizi e tutto l’indotto di interesse e biglietti venduti dallo stesso museo in seguito.

Una singola foto con testo .

Ancora una volta , evinciamo come da un elemento conoscitivo si potrebbe creare quel flame e quell’interesse motore di prodotti turistici e, perchè no , anche promuovere una intera area territoriale .

Grazie Leonardo .