Alberobello

DISCLAIMER : Non si parlerà nell’articolo di differenze nelle risorse culturali e turistiche, bensì nel destino che hanno avuto ed avranno come Siti Unesco.

Siamo in Puglia ed anche in Basilicata , pur percorrendo non più di 50 chilometri per raggiungerle entrambe , confrontarle come cittadine non è semplice, hanno un elemento in comune : sono due Siti Unesco .

Matera è il capoluogo della Basilicata ed è stata inserita nel World Heritage List ( WHL ) del Unesco nel 1993 ed ha 60000 abitanti . Alberobello è una cittadina pugliese in Provincia di Bari: Sito Unesco dal 1996 ed ha una popolazione di 10000 abitanti . Notate già la prima differenza : la prima è una città mentre la seconda un piccolo paese di provincia .

Non potendo equipararle da un punto di vista meramente urbanistico e sociale-economico, lo faremo considerando il loro Passato e Futuro nei confronti di una data zero, ovvero, il loro riconoscimento Unesco.

Cosa ha ispirato questo articolo?

Quasi per caso, nelle mie infinite ricerche per nuovi dati da immettere in algoritmi per creare Storie/Viaggio, mi sono imbattuto in un interessante paper scientifico del 2012 : IL RUOLO DEI RESIDENTI NELLA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE : i Siti Unesco di Matera e di Alberobello a confronto di Patrizia Battilani , Antonella Cerabona e Sabina Sgobba.

L’articolo è nella prima parte molto tecnico e sciorina cifre e dati economici molto interessanti sul prima e dopo della Economia private e pubblica nei singoli siti dopo l’Inclusione nel W.H.S. I dati sono molto interessanti ma non raffrontabili, sono trascorsi 10 anni dalla redazione dell’articolo ma in questo breve periodo le singole situazioni sono cambiate tantissimo . Matera ha ottenuto nel 2019 un altro riconoscimento quale Capitale europea della Cultura e la sua importanza come sito turistico è esplosa . Alberobello è, attualmente, una delle città simbolo della Puglia e per 3 mesi all’anno è completamente sold out.

Molto interessanti sono le conclusioni dell’articolo che possono riferirsi al Presente ed anche al Futuro di entrambe le cittadine , ovvero, il ruolo dei cittadini nell’aver reso e dato onori ( ed anche no ) al proprio paese.

La principale conclusione del lavoro di ricerca è che effettivamente l’iscrizione alla Lista Unesco ha positivamente influenzato lo sviluppo turistico e l’economia locale ad Alberobello dove la popolazione ha sempre riconosciuto i Trulli come proprio elemento identitario e originario. In questo caso un’iscrizione celebrativa si è rapidamente trasformata in un catalizzatore di iniziative turistiche ed economiche, in un contesto in cui i residenti erano anche i proprietari dei Trulli e da molti decenni perseguivano obiettivi di sviluppo turistico. Al contrario, nel caso di Matera, dove la trasformazione dei Sassi in patrimonio culturale è un fenomeno recente e dove la fascia di popolazione meno giovane ancora non si è convinta che gli orridi tuguri del passato siano un patrimonio da conservare e mostrare ai turisti, non si è sino a ora sviluppato un vero e proprio processo di sviluppo turistico di tipo bottom up.

Quindi, si fa riferimento ad una commistione positiva tra Pubblico e Privato che ha portato ad Alberobello ad adottare sin da subito una politica di valorizzazione culturale e patrimoniale del proprio territorio con una valenza turistica cosciente solo negli ultimi anni; cosa che non è avvenuta a Matera dove le dimore all’interno dei Sassi veniva vista come una umiliazione da allontanare dalla vista degli stessi turisti .

Una riflessione più profonda e parallela è data anche dalla domanda: la designazione di Sito Unesco ha ripercussione economiche importanti per la cittadina inclusa? La risposta è sì , ma non vale per tutti. Su questo tema, scriverò un post a parte .

Matera e Pasolini

Cosa hanno in comune i Sassi e i Trulli?

Come anticipato Matera ed Alberobello hanno dei caratteri in comune . Il patrimonio culturale di Alberobello e Matera presenta almeno tre elementi in comune. In primo luogo il riconoscimento Unesco è stato ottenuto nel medesimo periodo (Alberobello nel 1996 e Matera nel 1993), che dal punto di vista storico coincide con quella che potremmo chiamare la fase spontanea della WHL.

A metà anni Novanta, divenne tuttavia evidente che se la creazione della WHL aveva sicuramente centrato il primo obiettivo, vale a dire di favorire la conservazione del patrimonio culturale, seppur in modo diversificato nelle varie aree del mondo, non altrettanto si poteva dire per il secondo, quello dell’universalismo. Infatti, con il procedere delle richieste di riconoscimento e il susseguirsi delle designazioni, fu da subito evidente che quello che doveva essere un patrimonio universale si stava trasformando in un patrimonio del mondo occidentale, vale a dire di Europa e America del Nord. Tuttavia non solo l’Europa era eccessivamente rappresentata ma anche i monumenti religiosi rispetto a quelli civili, il mondo cristiano rispetto a quello delle altre religioni, l’architettura di élite rispetto a quella popolare (Titchen, 1996). Per confrontarsi su questi limiti, il 20-22 giugno 1994 il World Heritage Centre e l’Icomos organizzarono un incontro presso il quartier generale dell’Unesco per investigare sulla natura rappresentativa del patrimonio mondiale. Dal dibattito emerse, oltre a quanto già affermato sopra, che la WHL si basava su una concezione per così dire monumentale del patrimonio culturale e che l’attenzione era rivolta ai singoli monumenti piuttosto che alla cultura dei territori (Unesco Headquarters, 1994). Così per superare tutti questi squilibri, nel 1994 il Comitato del Patrimonio Mondiale lanciò la Global Strategy for a Representative, Balanced and Credible World Heritage List.

Essa si proponeva due obiettivi: il superamento degli squilibri tra le varie regioni del mondo, fra le tipologie dei monumenti e l’abbandono di una visione puramente architettonica del patrimonio culturale a favore di una visione più antropologica, multifunzionale e universale (Unesco World Heritage Centre, 1996). Dal punto di vista pratico, i paesi furono invitati a non sottoporre più di una candidatura all’anno e le singole località a presentare una documentazione più articolata e complessa (Unesco World Heritage Centre, in association with the Government of the Netherlands, 1998). Gli effetti sull’Italia furono molto evidenti: se nel 1995 e 1996 erano stati riconosciuti 4 siti, nel 1997 ben 10, nel 1998 e 2000 ancora 3, negli anni successivi non si superò mai il limite di 2. La nuova strategia del World Heritage Center consentì effettivamente di avviare un processo di riequilibrio fra le diverse parti del mondo, ma produsse anche effetti sui costi e le modalità di candidatura. Infatti, la richiesta di superare la visione incentrata sul singolo monumento stimolò la creazione di candidature più estese territorialmente e più complesse dal punto di vista del coordinamento e dei piani di gestione, con conseguente lievitazione dei costi da sostenere per produrre la documentazione. Inoltre, ogni anno i siti di uno stesso paese si trovarono a competere fra di loro al fine di conquistarsi l’unica candidatura disponibile (Icomos, 2005; Labadi, 2005; Unesco – Centre du Patrimoine Mondial, 2008; Unesco – World Heritage Centre, 2008)

In conclusione, i casi di Alberobello e di Matera sono accomunati dall’appartenenza ad una fase della storia della WHL in cui le singole destinazioni si muovevano isolatamente e nella quale l’attenzione era rivolta al singolo monumento. Il secondo elemento in comune fra i Sassi e i Trulli è che essi richiesero il riconoscimento sulla base dei criteri, vale a dire il 3, il 4 e il 5 (Club Unesco Alberobello – Comune di Alberobello, 2005; Comune di Alberobello, 2009): 3. costituiscono una testimonianza unica o quanto meno eccezionale di una civiltà o una tradizione culturale scomparsa; 4. offrono un esempio eminente di tipo di costruzione o di un complesso architettonico o di paesaggio illustrante un periodo significativo della storia umana; 5. costituiscono un esempio eminente di insediamento umano o di occupazione del territorio tradizionale, rappresentativi di una cultura, soprattutto quando essa diviene vulnerabile per effetti di mutazioni irreversibili. Tra l’altro il tipo di patrimonio conservato è del tutto simile, in quanto in entrambi i casi si tratta di abitazioni civili realizzate con tecniche di costruzione risalenti al periodo preistorico. Un terzo elemento di interesse è rappresentato dalla vicinanza geografica, il che permette di inglobare le due località nello stesso itinerario; come appunto abbiamo ricordato sopra Matera è spesso inserita negli itinerari turistici pugliesi. Questo trova perfetta concordanza con quanto si afferma in Patuelli, ovvero che in un mercato concorrenziale, una destinazione circondata da altre destinazioni con siti Unesco può avere un impatto positivo sui flussi turistici in arrivo e effetti indiretti di sostituzione globali negativi (Patuelli – Mussoni – Candela, 2012).

Quali sono, invece, le differenze tra Matera ed Alberobello

La crescita di Alberobello come città “turistica” , come si anticipava, è avvenuta con un meccanismo bottom-up ( dal basso verso l’alto ), dove i cittadini ( già dai primi anni del 20imo Secolo ) hanno abbellito e fatto di tutto per rendere i Trulli simbolo di una cultura contadina ed estetica originaria del territorio e di tutta la Puglia intera . Inoltre mentre la ristrutturazione dei Trulli è avvenuta in modo progressivo senza modificarne la struttura proprietaria di tipo familiare.

Lo stesso percorso non è stato condiviso da Matera.

Nel caso dei Sassi i Piani di sviluppo e di risanamento hanno prodotto il completo abbandono e la perdita della proprietà da parte delle famiglie che là vivevano. In questo modo se i Trulli sono sempre stati considerati un patrimonio delle famiglie e della comunità da valorizzare, i Sassi sono, ancora oggi, per le generazioni più anziane una memoria non piacevole, da dimenticare più che da valorizzare. È evidente come in questo contesto i modelli di riferimento non potevano che essere completamente divergenti, visto che imponevano comunque un intervento integrato gestito dallo stato o dall’amministrazione comunale nel caso di Matera, mentre consentivano di lasciare ampia autonomia all’intervento dei privati nel caso di Alberobello.

Analogamente i tempi dello sviluppo turistico non potevano che essere molto più lunghi per Matera dove negli anni Ottanta si affrontò dapprima il problema della conservazione e della tutela, e poi solamente alla fine del decennio successivo si crearono le condizioni per avviare una qualche forma di valorizzazione turistica. In conclusione come era stato giustamente osservato dal rapporto da Rebanks Consulting nel 2009 le diverse località assegnano alla candidatura obiettivi differenti e quindi sulla base del soddisfacimento di tali obiettivi va misurato l’impatto dell’iscrizione alla WHL.

Due modelli di sviluppo che sono giunti allo stesso risultato, non agli stessi numeri, ma che confermano come la validità di un progetto scaturisca da una volontà cittadina in primis che individua nella cultura uno standard qualitativo per attrarre altri contenuti culturali, che diano valore anche economico alla propria cittadina.

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