Yvon Chouinard

Una notizia, di qualche giorno fa, sta riscuotendo molta eco e, letta così di colpo, lascia in effetti stupefatti.

Notizia data direttamente da Yvon Chouinard, fondatore della industria tessile con brand Patagonia; nota per i suoi capi di abbigliamento, da sempre, collegati al monto trekking ed outdoor.

Essere chiari nel 2022

«Il nostro unico azionista ora è il pianeta» ha annunciato il fondatore di Patagonia Yvon Chouinard in una lettera rivolta alla propria community e condivisa pubblicamente il 15 settembre 2022 anche attraverso un comunicato stampa. La metafora utilizzata è rappresentativa di una decisione importante per l’azienda, di proprietà del fondatore e della sua famiglia fino a questo momento e ora ceduta a due organizzazioni non profit impegnate nella lotta al cambiamento climatico.

Certamente, recitata in questa maniera sembra una “figata” pazzesca e sembrerebbe andare contro ogni regola del Mercato, quindi, essere una rivoluzione sia nel pensiero che nella sua realizzazione.

Un modello Business distruptor?

Fondata nel 1973, Patagonia ha una lunga storia alle spalle e, come riportato sul sito aziendale, sono passati ormai quasi 50 anni da quando l’azienda ha avviato il proprio «esperimento di business responsabile». Questo impegno è diventato sempre più evidente nel 2018, quando il brand ha annunciato il nuovo brand purpose, ossia «salvare il nostro pianeta», come ha spiegato il fondatore di Patagonia nella lettera menzionata in apertura.

Per salvaguardare la filosofia del brand nella salvaguardia ambientale si era pensato anche di vendere o quotare completamente la azienda in Borsa ma, è stata giudicata non adatta poiché, secondo Yvon Chouinard, l’incremento dei profitti tenderebbe a diventare una priorità a scapito della responsabilità. Come ha dichiarato il fondatore a questo proposito, «a dire il vero, abbiamo capito che non c’erano opzioni valide. Così abbiamo deciso di creare il nostro modello di business ».

In soldoni quale è questo nuovo modello economico

Anche se Patagonia resta un’azienda a scopo di lucro, la proprietà è stata trasferita a due organizzazioni non profit Patagonia Purpose Trust e Holdfast Collective. Alla prima, creata per proteggere i valori del brand , è stato trasferito il 100% delle azioni con diritto di voto, mentre il relativo consiglio di amministrazione verrà comunque eletto e guidato dalla famiglia Chouinard.

Holdfast Collective deterrà da questo momento il 100% delle azioni senza diritto di voto. In questo modo, annualmente, i profitti che non verranno reinvestiti nel business (che secondo delle stime corrispondono a circa 100 milioni di dollari all’anno) saranno consegnati da Patagonia, sotto forma di dividendi, a questa organizzazione e utilizzati per la tutela della natura e per la lotta alla crisi ambientale. Anche in questo caso, il lavoro svolto da Holdfast Collective verrà supervisionato dalla famiglia Chouinard.

… Potrebbe essere seguito da aziende turistiche o Pubbliche Amministrazioni?

La palla sfidante è stata lanciata in campo, ora si devono aspettare gli eventi.

Certamente, le Pubbliche Amministrazioni potrebbero percorrere, in un certo senso, un percorso inverso e mettere un piede nel privato per conservare una parte pubblica come fondo per l’Ambiente ed il Turismi , ma attiverebbe parecchi meccanismi di salvaguardia , controllo e promozione turistica.

Il rapporto tra Ambiente e Turismo è imprescindibile e non deve essere, solo, essere interpretato come un modello che si fonda su una tutela senza guadagni che possano alimentare il modello stesso.

Ora, Patagonia intende invitare tutte le imprese ad abbandonare il modello economico prevalente e a impegnarsi nella difesa della Terra per «proteggere la vera fonte di ogni ricchezza».

Chi conosce questa azienda sa che mantiene da 30 anni quello che promette.

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